ASPETTI NEUROFISIOLOGICI DELLA CEFALEA CRONICA INFANTILE

NEUROPHYSIOLOGICAL ASPECTS OF CHRONIC HEADACHE IN CHILDHOOD

 

Marco Carotenuto, Clinica Neuropsichiatria Infantile, Seconda Università degli Studi di Napoli

 

marcocarotenuto74@gmail.com

 

 

 

Introduzione

La diagnosi di cefalea, come si sa, si basa prevalentemente su dati clinico-anamnestici, avvalendosi di approfondimenti strumentali solo in casi selezionati.

Tuttavia, in età evolutiva, quando le cefalee primarie presentano spesso caratteristiche atipiche e comunque meno definite rispetto all’adulto, si ricorre sempre più spesso, nell’inquadramento clinico, all’utilizzo di metodiche neurofisiologiche che risultano efficaci nell’ambito della ricerca clinica e nello studio dei meccanismi fisiopatologici alla base della cefalea, pur mantenendo un carattere di non invasività che ne agevola l’utilizzo in epoca pediatrica.

Negli ultimi anni, inoltre, la neurofisiologia clinica delle cefalee primarie sta lentamente andando oltre il semplice utilizzo clinico diagnostico delle diverse metodiche, mettendosi al servizio dei diversi studi volti alla definizione dei molteplici aspetti della fisiopatologia delle cefalee.

 

Metodi

È stata effettuata una revisione della Letteratura riguardante gli studi che hanno valutato i meccanismi neurofisiopatologici alla base delle cefalee primarie in età pediatrica.

 

Risultati

È noto che tra i soggetti affetti da cefalea primaria, risulta più frequente la presenza di anomalie EEG di vario tipo, che tuttavia non sembrano essere connesse a sintomatologia di tipo epilettico. È infatti stata riportata la presenza di focalità lente o irritative all’EEG più comuni tra i soggetti emicranici rispetto ai soggetti di controllo. Inoltre è noto che, soprattutto tra i pazienti affetti da emicrania con aura, nel corso della crisi emicranica si possa riscontrare la presenza di anomalie EEG di vario tipo.

Nonostante queste evidenze, l’EEG in fase intercritica non è ritenuto indicato nella valutazione diagnostica dei pazienti con cefalea primaria conservando un’indicazione solo nel caso di una storia clinica suggestiva di epilessia.

L’EEG risulta inoltre indicato nella fase critica della cefalea, specificamente durante gli episodi di crisi emicranica con aura complicata e/o riduzione del livello di vigilanza o stato confusionale.

Per quel che riguarda l’utilizzo di metodiche neurofisiologiche nello studio dei meccanismi fisiopatologici della cefalea primaria in età evolutiva, un importante contributo è stato apportato dall’utilizzo di Potenziali Evocati Visivi (PEV); infatti, diversi studi psico-fisici del sistema visivo sostengono l'ipotesi di un aumento dell'eccitabilità corticale negli emicranici. Studi effettuati mediante i PEV da flash hanno mostrato una maggiore ampiezza della risposta negli emicranici rispetto ai soggetti sani. Al contrario, studi PEV da pattern reversal hanno riportato risultati più eterogenei (aumentati o ridotti).

Un contributo interessante alla comprensione della fisiopatologia della cefalea primaria è stato senz’altro reso dallo studio dell’Habituation di Potenziali Evocati ed Evento Correlati che ha permesso di identificare una ridotta habituation dei potenziali MMN e P300 nei bambini emicranici e con cefalea tensiva, rispetto ai controlli sani ed una correlazione fra tale deficit di habituation e la sintomatologia  comportamentale solo negli emicranici e non in quelli con cefalea tensiva, sottolineando l’importanza di meccanismi psicologici, in sinergia con elementi genetico/costituzionali, nella realizzazione del fenotipo emicranico.

Inoltre, lo studio dei Potenziali Evocati Somatosensoriali (SEP) ed in particolare la valutazione del Ciclo di Recupero dei SEP, ha permesso di affermare l’ipereccitabilità del sistema somatosensoriale dei bambini emicranici.

L’interesse crescente della Letteratura nei confronti della relazione tra cefalea e disturbi del sonno, ha permesso il fiorire di innumerevoli studi riguardo tale aspetto, ed in tal senso l’esame polisonnografico ha iniziato ad assumere un ruolo principe, sia in ambito scientifico che in ambito clinico. Infatti, la stretta interrelazione esistente tra le due classi di disturbo, dona al clinico la possibilità di utilizzare approcci terapeutici sempre più specifici che sono in grado di agire simultaneamente su entrambe le condizioni.[1]

Studi recenti hanno infatti dimostrato che i soggetti affetti da cefalea primaria presenterebbero una anomalia del sistema di arousal la cui funzione sarebbe regolata dalle stesse regioni cerebrali coinvolte nella genesi dell’emicrania stessa (regioni ipotalamiche e troncoencefaliche [2].

 

CONCLUSIONI

La neurofisiologia clinica è un settore in espansione nella cefalea primaria in età evolutiva. Il suo utilizzo crescente, soprattutto in ambito di ricerca, sta progressivamente contribuendo al miglioramento sia delle competenze diagnostiche che di quelle terapeutiche, aprendo la porta a nuove strategie di intervento che agiscano principalmente in senso preventivo dell’attacco stesso.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  1. Canitano R, Guidetti V. Clinical neurophysiology in childhood headache. J Headache Pain (2004) 5:94–102, DOI 10.1007/s10194-004-0075-8

 

  1. Della Marca G, Vollono C, Rubino M, Di Trapani G, Mariotti P, Tonali PA. Dysfunction of Arousal Systems in Sleep-Related Migraine Without Aura. Cephalalgia 2006 26: 857, DOI: 10.1046/j.1468-2982.2002.00350.x-i1

 

 


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