L’USO “PSICOFARMACOLOGICO” DEGLI ANTIEPILETTICI
IN ETA’ EVOLUTIVA

THE PSYCHIATRIC USE OF ANTIEPILEPTIC DRUGS
DURING CHILDHOOD OR ADOLESCENCE

 

Fulvio D’Amico, Clinica di Neuropsichiatria Infantile, Seconda Università degli Studi di Napoli, Italia

damicofulvio@gmail.com

 

Introduzione
Anche in neuropsichiatria infantile le pressioni epistemologiche della ricerca clinica stanno imponendo un mutamento nella tassonomia dei quadri clinici psichiatrici. Nell'ambito dei disturbi del comportamento la psicopatologia infantile in  letteratura sta evidenziando l'emergere di una maggiore definizione dei quadri clinici psichiatrici, e la costituzione di uno specifico linguaggio - non più necessariamente mutuato dalla psichiatria dell'adulto, conservando tuttavia continuità nella semeiotica neuropsichiatrica. Questo, oltre ad apportare una maggiore chiarezza nelle diverse classificazioni in fieri (DSMs) ed un maggiore rigore metodologico rispetto la fenomenica psichiatrica (soprattutto nei confronti del bias età), ha anche indotto una maggiore uniformità nei trattamenti terapeutici. Trascurando in questo contesto (unicamente per motivi di coerenza al tema) l'intervento psicoterapico, nell' ambito dell'approccio multimodale di trattamento alla patologia neuropsichiatrica infantile – dove la psicoterapia svolge un ruolo essenziale -  si è visto emergere negli ultimi anni l'approccio psicofarmacologico, anche in continuità con gli interventi farmacologici esistenti per patologie psichiatriche dell'adulto aventi affinità con sindromi psicocomportamentali in età evolutiva.
In questo scenario si è sviluppato l'utilizzo e la verifica di efficacia-tollerabilità di alcuni farmaci antiepilettici come stabilizzatori dell'umore e antimaniacali in quadri psicopatologici dell'età evolutiva e nello specifico nel disturbo bipolare[1-6].

Considerazioni preliminari
Negli ultimi dieci anni il numero di bambini e adolescenti diagnosticati come affetti dal Disturbo Bipolare (DB) è cresciuto enormemente. In passato la diagnosi di DB in giovane età, soprattutto nei bambini, era considerato un evento clinico raro. In effetti, con la ridefinizione del disturbo in tale fascia d’età e con le nuove e più ampie considerazioni del disturbo anche in età adulta, si è spostato il metodo di indagine clinica, che da quello basato su specifici e rigidi approcci categoriali si è evoluto verso il riconoscimento di sintomi cardine coerenti con dimensioni psicopatologiche caratteristiche dello spettro del disturbo stesso. Di fatto con maggiore frequenza si assiste, sia in età infantile che adulta,  alla manifestazione clinica sottosoglia e “atipica”, in cui si evidenziano periodi di umore irritabile, espanso ed euforico-disforico di difficile classificazione. Questa atipica ma comune presentazione della mania in età infantile sembra essere causata da differenze nello sviluppo e nell’espressione dei sintomi maniacali in età evolutiva [7].
Anche se la corrente nosologia basata sui criteri diagnostici del DSM-IV-TR non distingue criteri età-specifici per il DB, emerge dalla pratica clinica e di ricerca che sia il pattern di sintomi che il quadro clinico riscontrato in età evolutiva differisce sul piano descrittivo da quello dell’adulto. Ciononostante, verificare una certa continuità tra la mania giovanile ed il disturbo classicamente descritto in età adulta assume importanti implicazioni cliniche e di ricerca, in vista sia di definizioni eziologiche e caratterizzazioni genotipo-fenotipiche che di strategie di intervento psicosociale e farmacologico del disturbo.

Presentazione clinica in età evolutiva
Nel DB ad esordio prepuberale il decorso non è generalmente episodico, ma subcontinuo, o con fasi dell’ordine di mesi o anni. Il sintomo più frequente è l’irritabilità, con possibilità di comportamenti aggressivi, impulsivi e spesso ostili sia verbalmente che fisicamente. È presente spesso una accelerazione nell’attività e nell’eloquio, che appare logorroico, precipitoso e rumoroso (volume elevato della voce). Umore espanso ed euforico non sono nè caratterizzanti nè costanti, mentre tende a prevalere la disforia con tempeste affettive associate a crisi acute di rabbia. L’iperattività motoria è spesso espressa in un attivismo finalizzato a molteplici attività, spesso non portate a termine, con andamento oscillante (l’iperattività nell’ADHD è più spesso pervasiva, caotica ed afinalistica). È molto frequente un disturbo massiccio dell’attenzione, mentre rispetto agli adulti è più rara l’insonnia. La grandiosità può essere espressa nella identificazione con figure onnipotenti dei cartoni o del cinema, o da convinzioni circa la propria superiorità su genitori, insegnanti o altre figure di autorità (“non hai diritto di comandarmi!...”; “non sei in grado di insegnarmi niente!...”), oppure dalla intolleranza a limiti o regole, o dalla tendenza a comportamenti pericolosi affrontati con noncuranza o senso di superiorità. Atteggiamenti larvatamente antisociali, quali la vittimizzazione di coetanei, piccoli furti, etc… sono tipicamente associati alla convinzione di essere al di sopra delle regole e della legge. Un elemento clinicamente rilevante è rappresentato dalla ipersessualità (seduttività, esibizionismo, linguaggio sessualmente esplicito, masturbazione compulsiva), che può far sorgere un delicato problema di diagnosi differenziale con condizioni di abuso sessuale acuto o cronico. Su di una stabile base di ipereccitazione (aumentata energia, ridotta necessità di sonno, logorrea ed ideorrea) possono comparire, in modo episodico, ma anche in modo improvviso e fugace, menifestazioni e verbalizzazioni depressive, con autosvalutazione, pensieri di morte riferiti a se stessi o ai familiari, e ruminazioni pessimistiche sul significato della vita.
All’ingresso in adolescenza i sintomi maniacali possono essere ancora più espliciti. Nelle forme meno gravi i sintomi più evidenti sono i progetti megalomanici, l’accelerazione del pensiero e del linguaggio, il disturbo del sonno e le attività volte a procurarsi piacere. L’ideazione ed il comportamento sono fortemente centrati su temi sessuali, spesso con relazioni sessuali disorganizzate, promiscue ed a rischio. Comportamenti rischiosi (ad esempio con veicoli) ed abuso di sostanze sono condotte frequenti e possono mettere a grave rischio l’incolumità personale. Nelle forme più gravi i sintomi psicotici sono frequenti, sotto forma di deliri o allucinazioni o comportamento e pensiero grossolanamente disorganizzato, spesso ma non sempre congruenti con l’umore, per cui la diagnosi differenziale con un disturbo psicotico schizofrenico può non essere agevole.
Riassumendo, i sintomi peculiari del DB in età evolutiva sono: Andamento episodico, ma anche subcontinuo; Irritabilità, ostilità, aggressività verbale o fisica; Disforia (non euforia), tempeste affettive; Impulsività ed iperattività “finalizzata”; Deficit attentivo; Logorrea, ideorrea, tono concitato, precipitoso, rumoroso; Ridotta necessità di sonno; Grandiosità, intolleranza alle regole ed all’autorità; Condotte dissociali e a rischio; Ipersessualità; Episodi o picchi di umore depresso con ruminazione depressiva, autosvalutazione, senso di solitudine, ansie abbandoniche.
In conclusione si può determinare la specificità clinica del DB in età evolutiva in due caratteristiche: 1) l’umore, in cui domina spesso l’irritabilità, la disforia e tempeste affettive più che l’euforia, la grandiosità ed il tono elevato; 2) la mancanza di ciclicità, perchè domina l’andamento subcontinuo e cronico o a cicli molto rapidi più che quello episodico e/o di brevi periodi tipico dell’adulto [8-12].  La ciclicità ultrarapida e giornaliera è stata osservata con più frequenza di quella episodica[13].

Note sulla terapia
Nell’ambito di un approccio multimodale, che include quello psicosociale, familiare e psicoterapico, il trattamento del Disturbo Bipolare (DB) con esordio in infanzia o adolescenza è farmacologico [5-14]. La prima linea di intervento farmacologico include gli stabilizzanti dell’umore quali il litio, l’acido valproico e la carbamazepina, e gli antipsicotici atipici quali l’olanzapina, la quetiapina e il risperidone [14].
Diverse formulazioni di valproato, incluse l’acido valproico, il sodio valproato e il divalproato di sodio, sono state utilizzate nel DB negli adulti. L’ipotesi che il divalproato potrebbe essere più efficace del litio nelle forme a rapida ciclicità e nelle forme di mania mista non è stato supportato da dati recenti nell’ambito dello stesso gruppo di ricerca [15]. Studi in aperto supportano l’efficacia del divalproato nelle forme bipolari giovanili [1-4]. Molto minore è l’evidenza scientifica sulla carbamazepina in DB dell’infanzia e dell’adolescenza [5]. Sfortunatamente, solo il 50% dei pazienti bipolari in età evolutiva rispondono adeguatamente alla monoterapia con uno stabilizzante dell’umore [16-17]. La polifarmacoterapia con differenti stabilizzanti dell’umore di prima scelta [18-19-20] oppure con uno stabilizzante dell’umore ed un antipsicotico atipico [5-14-17] risulta spesso necessaria, anche se queste combinazioni sono state ancora studiate poco [17-20-21-22].
Si evidenzia una recente tendenza alla sperimentazione della lamotrigina in età evolutiva in tale ambito clinico; risulta da verificarne l’efficacia e la sicurezza in tale fascia d’età con studi controllati in doppio cieco [23].

 

1.                1.       Wagner KD, Weller EB, Carlson GA et al. (2002): An open trial of divalproex in children and
            adolescents with bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc
Psychiatry 41, 1224-1230

2.      Henry CA, Zamvil LS, Lam C, Rosenquist KJ, Ghaemi SN (2003) Long-term outcome with divalproex in children and adolescents with bipolar disorder J Child Adolesc Psychopharmacol 13, 523-529

3.      DelBello MP, Adler C, Strakowski SM (2004) Divalproex for the treatment of aggression associated with adolescent mania. J Child Adolesc Psychopharmacol 14, 325-328

4.      Pavuluri MN, Henry DB, Carbray JA, Naylor NW, Janicak PG (2005) Divalproex sodium for pediatric mixed mania: a 6-month prospective trial. Bipolar Disorders 7, 266-273

5.      AACAP Official Action (2007). Practice parameter for the assessment and treatment of children and adolescents with bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 46:107-125

6.      G. Masi, G. Perugi, S. Millepiedi, M. Mucci, C. Pfanner, S. Berloffa, C. Pari, A. Gagliano, F. D’Amico, H. S. Akiskal. Pharmacological response in juvenile bipolar disorder subtypes: A naturalistic retrospective examination. Psychiatry Research 177 (2010) 192-198

7.      Carlson GA (2005), Early onset bipolar disorder: clinical and research considerations. J Clin Child Adolesc Psychol 34:333-443

8.      Craney JL, Geller B (2003). A prepubertal and early adolescent bipolar disorder- I phenotype: review of phenomenology and longitudinal course. Bipolar Disorder 5:243-256

9.      Wozniak J, Biederman J, Kiely K (1995). Mania-like symptoms suggestive of childhood onset bipolar disorder in clinically referred children J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 34:867-876

10.  Masi G, Toni C, Perugi G, Millepiedi S, Mucci M, Bertini N, Akiskal HS (2006a), The clinical phenotypes of juvenile bipolar disorder: toward a validation of the episodic-chronic distinction. Biol Psychiatry, 59, 603-610

11.  Masi G, Perugi G, Millepiedi S, Mucci M, Toni C, Bertini N, Pfanner C, Berloffa S, Pari C. (2006b) Developmental differences according to age at onset in juvenile bipolar disorder. J Child Adolesc Psychopharmacol, Dec;16(6):679-85

12.  Masi G, Perugi G, Millepiedi S, Mucci M, Pari C, Pfanner C, Berloffa S, Toni C. (2007)Clinical implications of DSM-IV subtyping of bipolar disorders in referred children and adolescents. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, Oct;46(10):1299-1306

13.  Geller B, Tillman R, Craney JL, Bolhofner K (2004) Four-year prospective outcome and natural history of mania in children with a prepuberal and early adolescent bipolar disorder phenotype. Arch Gen Psychiatry 61, 459-467

14.  Kowatch RA, Fristad M, Birmaher B, Wagner KD, Findling RL, Hellander M and the Child Psychiatric Workgroup on Bipolar Disorder (2005) Treatment guidelines for children and adolescents with bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 44, 213-235

15.  Calabrese JR, Shelton MD, Rapport DJ, Youngstrom EA, Jackson K, Bilali S, Ganocy SJ, Findling RL (2005). A 20-month, double blind, maintenance trial of lithium versus divalproex in rapid cycling bipolar disorder. American Journal of Psychiatry 162, 2152-2161

16.   Kowatch RA, Suppes T, Carmody TJ, Bucci JP, Hume JH, Kromelis M, Emslie GJ, Weinberg WA, Rush AJ (2000) Effect size of lithium, divalproex, and carbamazepine in children and adolescents with bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 39, 713-720

17.  Pavuluri MN, Henry DB, Devinemi B, Carbray JA, Naylor MW, Janicak PG (2004) A pharmacotherapy algorithm for stabilization and maintenance of pediatric bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 43, 859-867

18.  Findling RL, McNamara NK, Gracious BL, Youngstrom EA, Stansbrey RJ, Reed MD, Demeter CA, Branicky LA, Fisher KE, Calabrese JR (2003) Combination lithium and divalproex sodium in pediatric bipolarity. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 42, 895-901

19.  Findling RL, McNamara NK, Stansbrey R, Gracious BL, Whipkey RE, Demeter CA, Reed MD, Youngstrom EA, Calabrese JR (2006) Combination lithium and divalproex sodium in pediatric bipolar symptom restabilization. J Am Acad Child adolesc Psychiatry 45, 142-148

20.  Kowatch RA, Sethuraman G, Hume JH, Kromelis M, Weinberg WA (2003) Combination pharmacotherapy in children and adolescents with bipolar disorder. Biol Psychiatry 53, 978-984

21.  Pavuluri MN, Henry DB, Carbray JA, Sampson GA, Naylor MW, Janicak PG (2006) One-year open label trial of risperidone augmentation in lithium non responder youths with pre-school bipolar disorder. Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology 16, 336-350

22.  DelBello MP, Schwiers M, Rosenberg H, Strakowski S (2002) Quetiapine as adjunctive treatment for adolescent mania associated with bipolar disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 41, 1216-1223

23.  Biederman J, Joshi G, Mick E, Doyle R, Georgiopoulos A, Hammerness P, Kotarski M, Williams C, Wozniak J. A prospective open-label trial of lamotrigine monotherapy in children and adolescents with bipolar disorder. CNS Neurosci Ther. 2010 Apr;16(2):91-102

 

 

 

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