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La cefalea infantile, un problema ancora sottostimato

I costi della cefalea infantile: il “Doctor Shopping”

di Maria Esposito e Marco Carotenuto (*)

I saldi sono oramai agli sgoccioli e la sete di shopping sembra essere temporaneamente placata, in attesa dei prossimi arrivi primavera-estate. Esiste però un tipo di acquirente la cui fame non conosce cambi di stagione, e spesso non conosce tregua: il doctor shopper.

Esistono diverse tipologie di doctor shopper divise per lo più in base al tipo di branca medica “preferita”, ma di sicuro uno di quelli più assidui e il “genitore preoccupato”, con riferimento specifico a quel tipo di genitore che non sempre riesce ad essere appagato dalle risposte rassicuranti dei diversi specialisti consultati, che non si ferma di fronte ad un “non è una situazione grave, basterà una semplice terapia”. Il doctor shopper, infatti, ha bisogno di indagini strumentali, di lunghi processi diagnostici e soprattutto ha la necessità di mettere in dubbio la diagnosi. Per tutte le caratteristiche sopradescritte, è facile pensare come gli shopper più assidui siano i “clienti” delle branche neuropsichiatriche e quale sintomo migliore da proporre se non la cefalea primaria, per la cui diagnosi unico ausilio dei medici sono l’anamnesi, l’esame obiettivo e, soprattutto, il riferito del paziente?

La cefalea è un problema molto comune, sebbene ancora sottostimato, soprattutto in età evolutiva. In Italia circa il 12% della popolazione adulta soffre di cefalea con stime intorno al 7% per l’emicrania, 3% per la cefalea tensiva e 1% per le forme secondarie ad altre patologie (emorragie cerebrali, patologie dentali disordini cranio-mandibolari, patologie ORL, etc.); la probabilità di sviluppare un disturbo cefalalgico si aggira intorno al 39% nel bambino di 6 anni valore che sale al 70% nell’adolescenza; questi dati suggeriscono come i costi diretti della cefalea siano già di per sè considerevoli in età pediatrica, senza tener conto dei costi aggiuntivi legati agli shopper.

Il bambino affetto da cefalea, infatti, non viene portato in prima battuta al centro specializzato, ma spessissimo viene visitato prima dal PdF e, quando i genitori non sono soddisfatti della sua valutazione o del suo atteggiamento di attesa vigile, preferiscono rivolgersi a specialisti a pagamento, convinti di ricevere un parere migliore e prescrizione di indagini per approfondire il sintomo. Successivamente, il bambino giunge a consulto dall’oculista e dall’otorinolaringoiatra che spesso suggerisce un’indagine radiologica (quando non prescritta gia dal PdF) come radiografia del cranio o TC del massiccio facciale. Già a questo punto dell’iter diagnostico il bambino ha visitato almeno 4 specialisti ed è stato sottoposto a indagini diagnostiche, perdendo pomeriggi dedicati magari ad attivita sportive e/o ludiche e iniziando ad avvertire una differenza tra seè e i suoi fratelli o amici. Solo alla fine di un lungo “giro per spese” il bambino giunge al centro specializzato ove in genere avviene la presa in carico completa del nucleo familiare e vengono, laddove necessario, eseguite e/o consigliate tutte le indagini e le valutazioni diagnostiche del caso.

La situazione appare leggermente diversa se si fa riferimento ai costi indiretti della cefalea in età pediatrica, che a differenza della patologia dell’adulto, troppo spesso non vengono presi in considerazione sicuramente a causa delle scarse conoscenze che la comunità medica ha raggiunto in questo àmbito. E’ importante sottolineare che il bambino affetto da cefalea primaria, per quanto ad un’impressione grossolana non sembri avere difficoltà specifiche che prescindano dal singolo episodio cefalalgico, in realtà presenta spesso un profilo cognitivo e comportamentale caratteristico che ne determina una definita condizione di “diversa modalita di apprendimento” rispetto ai compagni di classe. Tale differenza può essere apparentemente in meglio (per es. nei bambini emicranici che sono in genere i primi della classe ma possono avere qualche difficoltà nelle abilita motorie fini) o in peggio (per es i bambini con cefalea tensiva  che in genere appaiono svogliati e distratti a scuola).

Senza dubbio la più precisa definizione dei costi indiretti della cefalea in età evolutiva meriterebbe un maggiore sforzo dei medici che si occupano di tali disturbi, ma per ora di certo c’è che, a prescindere dallo shopping dei genitori, i bambini cefalalgici hanno delle difficoltà oggettive anche al di fuori degli attacchi di cefalea che meritano la completa presa in carico da parte del medico che li segue e li deve accompagnare all’eta adulta nella maniera più serena possibile.

 

(*) Centro Cefalee per l’Età Evolutiva
Cattedra di Neuropsichiatria Infantile
Seconda Università degli Studi di Napoli

 

 

 

 

 

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