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L’Editoriale

 

‘Aceno a aceno se regne la macina’

 

di  Domenico Cassano

 

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando un gruppo di neurologi napoletani,  deluso da dissennate politiche sanitarie regionali  - l’esclusione dei Territoriali dalla gestione dell’Alzheimer - fondava un’Associazione, l’AINAT, a tutela della dignità della categoria. Nascono i primi timidi contatti, poi - in un crescendo rossiniano - un’ aggregazione sempre più numerosa, i meeting che si susseguono veloci, l’ingresso in importanti Società Scientifiche; e ancora l’attivazione di nuove sezioni regionali (Puglia, Calabria, Sicilia) , la coordinazione campana SISC affidata ad  “uno di noi”.

 “Aceno a aceno se regne la macina”, recita un antico proverbio napoletano (“chicco a chicco si riempie la macina”): quel gruppo sparuto, aggregatosi quasi per caso, viene oggi da più parti additato quale esempio di moderno associazionismo, un modello da proporre, da emulare. Ma bisogna riconoscere che  questo è soltanto il primo raccolto: nuovo grano dovrà riempire la macina e, perché ciò avvenga, è necessaria una semina partecipata e attiva.

Con questo numero di Cefalee campania news s’inizia una nuova stagione,  da costruire col concorso di tutti: abbiamo ampi spazi (un sito web  e un e-journal) per comunicare, confrontarci, da condividere, sì da arricchirci umanamente e culturalmente, superando le mille difficoltà - non ultima l’assoluta mancanza di fondi.

Partecipate attivamente inviando i vostri studi, ricerche, progettualità, suggerimenti  attinenti al variegato mondo della cefalea sì da poter rendere la vostra esperienza umana e professionale condivisibile e fruibile a tutti.

Un’ultima considerazione: cogliere l’opportunità di ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo cammino. Ai luminari Giorgio Zanchin, Vincenzo Guidetti, Michele Feleppa, Girolamo Di Trapani, Maria Gabriella Buzzi, Gioacchino Tedeschi – per citarne alcuni - , va un semplice ma intenso “grazie”:  per aver creduto in noi; per aver contribuito ad una ulteriore crescita culturale e professionale; per averci reso parte integrante e attiva di un mondo scientifico che non può essere esclusivo appannaggio di categorie “protette”.

Ci auguriamo che questo numero sia di vostro gradimento e, soprattutto, che apprezziate il taglio giornalistico degli articoli – cosa che non ha minimamente scalfito l’aspetto scientifico dei temi trattati. Buona lettura!

 

 

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