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 “Sommerso emicranico”: presentato al XL Congresso SIN di Padova

il  progetto “La Sirenetta”

 

La rete che svela

 

Presentati a Padova, nell’ambito della Riunione del Gruppo di Studio della Neurologia Territoriale, tenutasi nel corso del XL Congresso SIN, i risultati del progetto “La Sirenetta”  condotto nell’Agro Nocerino-Sarnese (area del salernitano  di circa 300.000 abitanti)  dal gruppo di lavoro afferente all’Ambulatorio Territoriale delle Cefalee di Nocera Inf. diretto da D. Cassano e dagli psicologi clinici A. Amato, G. D’Onofrio, M. R. Porcaro, A. M. Romano.

Dai risultati di un’indagine conoscitiva circa l’“accesso alle cure” per 200 soggetti cefalalgici intervistati, si evince la necessità di interventi mirati e coordinati finalizzati a ridurre quella quota ancora percentualmente elevata (circa 52 %) di emicranici non trattati:  l’81 % non è  a conoscenza del tipo di cefalea di cui soffre; solo il 17 % sono risultate le diagnosi corrette. Viene seguito regolarmente da un medico (MMG o neurologo) il 38 % dei pazienti;  il 52 % usa prodotti da banco (solo il 13 % usa triplani per l’attacco); l’81 % è insoddisfatto di come viene trattato il proprio mal di testa.  L’indagine conferma inoltre il ruolo centrale del MMG: il 58 % dei pazienti viene inviato agli ambulatori proprio dal Medico di Medicina Generale, mentre scarso è il ruolo dell’informazione realizzata attraverso depliants o di altre figure professionali (ad es. il farmacista).

Sono state inoltre illustrate le strategie messe in atto per ridurre il “sommerso emicranico”, che hanno riconosciuto  vari momenti (informativo, comunicativo, formativo, organizzativo).

Per raggiungere risultati adeguati, è stata enfatizzata la necessità  della  strutturazione di una  rete territoriale, articolata a vari livelli di cooperazione: solo attraverso una valida integrazione tra ospedale e territorio e, nell’ambito di quest’ultimo, tra MMG e Specialisti – neurologi e di altre branche (ORL, oculista, pediatra) –  è possibile realizzare un monitoraggio della patologia in questione da un punto di vista epidemiologico e gestionale, conseguendo dunque  favorevoli obiettivi nei settori della prevenzione e della clinica; è altresì possibile definire le specifiche attività di ricerca da realizzare in collaborazione anche con enti o universita.

 

 

 

 

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