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ASPETTI CLINICI DELLA CEFALEA A GRAPPOLO
ED EMICRANIA PAROSSISTICA EPISODICA
NEL BAMBINO E NELL'ADOLESCENTE

 

Marco Carotenuto, Ricercatore di Neuropsichiatria Infantile, Seconda Università di Napoli

 

marco.carotenuto@unina2.it

 

Numerosi sono i fattori capaci di influenzare la percezione del dolore dei piccoli pazienti e, pertanto, importanti da conoscere e valutare con la giusta attenzione.

Troppo spesso la cefalea del bambino viene etichettata come fasulla e quindi inesistente, rendendo scettici anche colleghi di lunga esperienza che però hanno scarsa dimestichezza con il meraviglioso mondo dei bambini.

Il caso delle cefalee primarie inserite nel terzo capitolo della classificazione internazionale e in particolare la cefalea a grappolo (CH) e la Hemicrania Parossistica rappresenta, forse, il tipo di cefalea sulla quale sia il neurologo dell’adulto sia il neuropsichiatra infantile devono necessariamente interrogarsi insieme.

Infatti, i criteri diagnostici sono praticamente i medesimi sia per l’adulto che per il bambino; si tratta di forme rare o molto rare soprattutto nel bambino e praticamente la conoscenza al riguardo è molto scarsa.

Non esistono in età evolutiva casistiche corpose, ma in letteratura ci si basa molto su casi probabili o anche accertati, variabili nella età d’esordio.

Certamente, quando un genitore porta il proprio figlio a consultazione specialistica per una cefalea ha sempre il timore, spesso mal sopito, che si possa trattare di una patologia neoplastica.

Di fronte a un bambino di pochi anni che inizia a presentare sintomi strani (lacrimazione, edema palpebrale, rinorrea omolaterale), estrema agitazione ed intenso dolore, ovvero sintomi decisamente da adulto che recedono solo con farmaci da adulto (senza ricorrere a nessun “placebo”), è necessario interrogarsi meglio sul come sia possibile la manifestazione di tali sintomi in un organismo in accrescimento.

Sono le manifestazioni algiche di questo tipo a evidenziare la stretta relazione tra fattori anatomici, fisiologici, biochimici e neurotrasmettitoriali che rappresentano il substrato su cui nasce una sintomatologia short-lasting in un bambino invece che in un altro.