Turbe dispercettive visive in emicranico:   
            aura visiva o  patologia comorbida? 
              
            Quelle oscure visioni 
              
            di G. Capo (*) 
              
            Dati anamnestici 
            Riportiamo  il caso di un uomo di 25 anni, idraulico, celibe, con familiarità positiva per  emicrania (la madre, attualmente in menopausa). 
            Nessuna  patologia degna di rilievo fino ai 17 anni quando cominciò a lamentare strani  disturbi, così descritti:  “mi capitava all’improvviso di fissare un  oggetto e di vederlo come ingrandito o a me più vicino, tanto che avevo l’impressione  che mi sovrastasse; questa sensazione, assai sgradevole, mi determinava impossibilità  a muovermi nello spazio; mi sentivo come intrappolato per cui o stavo fermo o  chiudevo gli occhi“ . 
            La  durata di questi episodi è di qualche minuto e sono accompagnati da un’intensa  paura. La frequenza è anche di quindici episodi al mese. 
            Altro  disturbo particolare, sempre di breve durata (qualche minuto al massimo), consiste  in una sensazione di estraneità di una parte del corpo (un braccio o la voce):  “provo una sensazione assai sgradevole  come se quella parte non appartenesse al mio corpo; contemporaneamente sono  molto impaurito,  e non so se la paura mi  viene come conseguenza di queste strane sensazioni o se viene e basta“ . 
            Dopo  queste manifestazioni ho alcune volte  cefalea anche intensa senza caratteri  particolari nè segni di accompagnamento; la durata è di qualche ora. 
            Il  paziente effettuò varie visite psichiatriche; gli parlarono di “depersonalizzazione” e “derealizzazione” e gli fu consigliata  terapia con paroxetina (20 mg/die). Con questa terapia aumentò la fiducia in sè  stesso ma non si attenuò di molto la sintomatologia. 
            Gli  venne poi aggiunto Depakin crono (300 mg a sera) e gli episodi critici  cominciarono  a ridursi di numero ma  senza scomparire. Attualmente sono più frequenti nel corso della sera,  quando guarda la televisione,  prima di dormire. 
            Gli  esami strumentali EEG e RM encefalo con Angio vasi intracranici hanno dato  esito negativo.  
            Esame  Clinico generale e  Neurologico: nei  limiti della norma.  
            Verso  i 20 anni ha cominciato a lamentare episodi cefalalgici a localizzazione fronto-temporo-orbitaria  o nucale (regione bassa laterale della nuca con area non molto estesa) sempre  lateralizzati ma senza lato preferenziale. 
            Il  dolore può essere di due tipi: 1) pulsante e lo avverte piu superficialmente; 2)  come qualcosa che “ stringe e strizza “ dentro l’orbita e lo sente più profondo  . 
            L’intensita  è indicata tra 2 e 3 in  una scala a 4 punti . 
            Si  accompagna a starnuti, lacrimazione, fotofobia e omofobia,  tipo “odore di fumo del camino”. Raramente vi  è nausea e vomito. I movimenti del capo accentuano il dolore e questo si  verifica particolarmente all’inizio dell’attacco. 
            Ogni  attacco dura dalle 5 alle 10 ore e lascia un’intensa sensazione di debolezza e  stordimento che si protrae per tutta la giornata. 
            La  frequenza media è di 7 attacchi al mese . 
              
            Ipotesi diagnostiche 
            Come  sempre in medicina dobbiamo cercare la spiegazione più semplice ed unitaria e  pertanto dobbiamo innanzitutto vedere se le turbe dispercettive e la cefalea  siano espressione di uno stesso quadro clinico. 
            Le  ipotesi formulate sono pertanto : 
              
            A) Aura dispercettiva in  un’emicrania classica 
            Le  crisi cefalalgiche iniziate verso i 20 anni  non sono in legame temporale con gli episodi  dispercettivi in precedenza segnalati ma giova ricordare che nell’aura visiva  emicranica  sono descritte, anche se  raramente, esperienze  caratterizzate da alterata percezione  con  una scomposizione dell’immagine :  ricordiamo che l’aura visiva,  che  consiste in una variazione e distorsione dell’immagine corporea,  prende il nome di  “sindrome  di Alice nel paese delle meraviglie “. Si è ritenuto infatti che Lewis  Carrol abbia potuto creare i personaggi del suo libro prendendo spunto dalle  anomale percezioni visive sviluppate durante le sue aure emicraniche. 
              
            B) Crisi parziale epilettica  
            Un’altra  concreta possibilità diagnostica che non deve essere dimenticata è che le  sensazioni anomale di macropsia e paura siano delle crisi epilettiche parziali  temporo- parieto-occipitali. 
            Non  dimentichiamo che queste ultime si accompagnano spessissimo a cefalea postcritica  o che sopravviene entro  15 minuti dalla  fine delle crisi visive e si localizza per lo più a livello retro-orbitale con  dolore acuto o lancinante oppure con una sensazione di pressione a livello bi-frontale. 
            Vi  può essere vomito e può durare per ore. 
            Un  Autore, Panayiotopoulos,  si è a lungo  occupato della diagnostica differenziale clinica tra aura visiva emicranica e  crisi occipitali e ritiene che, considerando con  attenzione alcuni fattori, non è difficile  distinguerle. 
              
              
            ALLUC. VISIVE                         EPIL.OCCIP.                  EMICR. CON AURA 
              
            Durata  da 1 sec a 1 min                Esclusiva                            Assente 
            Durata  da 1 a 3  min.                     Frequente                           Rara 
            Durata  da 4 a 30  min.                Rara                                    Quasi  sempre  
            Frequenza  giornaliera                  Quasi  sempre                      Rara 
            Pattern  circolari colorati              Di  norma                             Rari 
            Pattern  bianchi e neri lineari          Eccezionali                         Di norma 
            Che  si spostano verso il  
            Campo  visivo opposto                   Esclusivamente                    Mai 
            Che  si spostano dal centro  
             alla periferia del campo vis.        Quasi mai                             Sempre 
            Evoluzione  in cecita                    Rara                                      Rara 
            Evoluzione  a deviazione 
            Tonica  degli occhi                        Esclusiva                              Assente 
            Evoluzione  a perdita di 
            Coscienza  senza conv.                   Frequente                              Rara 
            Associata  con cefalea  
            Postcritica                                      Frequente                             Di norma 
              
            Va  inoltre ricordato che nell’epilessia occipitale l’EEG può essere anche normale  o mostrare anormalità non specifiche o onde lente focali o spike occipitali. 
            La RM ad alta risoluzione può spesso rivelare anormalità  strutturali . 
              
            C) Fenomeni di depersonalizzazione  
            Rimane  poi una terza possibilita per questi episodi, che è quella di  “fenomeni  di depersonalizzazione“  intendendo una serie di sintomi psichiatrici scarsamente definiti che possono  manifestarsi in più tempi in un dato paziente.  
            Si  tratta di bizzarre sensazioni che vengono sperimentate in cui c’è una  sensazione soggettiva d’irrealtà nei confronti di sè stessi, del proprio corpo,  del mondo esterno e del fluire del tempo. La durata di questi episodi è  variabile e va da pochi minuti fino ad uno due giorni. 
            Si  ricordano le quattro caratteristiche salienti della depersonalizzazione: 1) la  sensazione d’irrealtà; 2) il carattere spiacevole; 3)la natura non delirante;  4) il disagio affettivo. 
            Queste  manifestazioni si ritrovano in patologie organiche tra le più varie (traumi  cranici, tumori encefalici, encefaliti, epilessia etc.) ma possono anche trovarsi  associate in moltissimi quadri nevrotici o psicotici:  depressione, schizofrenia, disturbi ossessivi. 
            Va  però ricordato che i fenomeni di depersonalizzazione sono vissuti psichicamente  come sintomi fobico-ossessivi. 
              
            Conclusioni 
            Ritornando  al nostro paziente diremo che delle tre ipotesi formulate (aure dispercettive, crisi  parziali epilettiche o fenomeni di depersonalizzazione) vanno scartate: 
            
              - le aure  dispercettive sia perchè si  hanno di volta  in  volta manifestazioni  diverse  (la macropsia, l’estraneità di  un braccio, l’estraneità della voce) sia per la durata, (solo qualche minuto) sia  per la sensazione di paura e, ancora,  perchè gli episodi cefalalgici che talora  susseguono non hanno i caratteri tipici dell’emicrania; 
 
              - le crisi  parziali temporali , anche in questo  caso perchè non vi sono manifestazioni stereotipate ma differenti di volta in  volta, gli EEG sono sempre nella norma, e anche quando la terapia con valproato  è stata aumentata a 1000 mg  non si sono  realizzati  miglioramenti anzi si è ripresentata   una crisi molto intensa che il paziente non  sperimentava da tempo e che lo ha turbato moltissimo.
 
             
            Ritenendo perciò che la natura dei fenomeni di  depersonalizzazione fosse psichiatrica e più specificamente legata ad uno stato  depressivo che aveva già in parte beneficiato della paroxetina , è stata  aggiunta amitriptilina a dosi di 40 mg,  con buona risposta sulla sintomatologia di  emicrania senz’aura e ulteriore attenuazione delle manifestazioni di  depersonalizzazione. 
              
              
              
            (*) S.C. Neurologia  Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni  di Dio e Ruggi d’Aragona“ Salerno 
              
              
              
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