IL MEDICO COMPETENTE E IL LAVORATORE EPILETTICO

THE PROFICIENT DOCTOR AND THE WORKER WITH EPILEPSY

 

Maria Ruberto, Dipartimento di Medicina Sperimentale - Sezione di Medicina del Lavoro, Igiene e Tossicologia Industriale, Seconda Università degli Studi di Napoli

 

maria.ruberto@virgilio.it

 

 

 

Introduzione

Nel mondo esistono 50 milioni di soggetti affetti da epilessia, pari a circa il 4% della popolazione, la patologia neurologica in assoluto più nota e da sempre causa di importanti problematiche familiari, lavorative e sociali.

Con tale termine viene indicato un gruppo eterogeneo di sindromi caratterizzate dalla ricorrenza di crisi epilettiche, ovvero dalla spontanea ed improvvisa scarica di una popolazione di neuroni cerebrali o di tutta la corteccia. A seconda del tipo di crisi e dell’area del cervello interessata da questo evento parossistico, le manifestazioni esterne sono estremamente diverse.

Il quadro clinico con cui questa patologia può manifestarsi è complesso e nell’ambito di quest’ultimo non possono non essere ricordate le situazioni invalidanti. Tra queste vanno incluse tutte le epilessie farmacoresistenti e le epilessie secondarie, in cui la sindrome neurologica è solo uno dei sintomi neurologici che spesso si va ad associare a menomazioni sensoriali, motorie, cognitive e relazionali.

 

Metodi

È stata effettuata una revisione della letteratura di settore inerente la valutazione degli aspetti lavorativi del soggetto affetto da epilessia.

 

Risultati

L’accertamento dell'idoneità al lavoro risponde a principi di tutela del lavoratore e di prevenzione di infortuni e malattie professionali. La formulazione del giudizio di idoneità alla mansione specifica è, sicuramente, uno dei momenti più impegnativi dell’attività del Medico del Lavoro/Competente.

Tale giudizio rappresenta il risultato finale della visita di Sorveglianza Sanitaria e consiste nella verifica della compatibilità tra il profilo di rischio professionale della mansione specifica ed il profilo sanitario del lavoratore (inteso come patologia in atto e pregressa, ipersuscettibilità individuale, attitudini psico-fisiche, abitudini e stili di vita, etc.).

La Sorveglianza Sanitaria così come indicato all’Art.2 comma 1 lettera m del D. Lgs. 81/08 è l’insieme degli atti medici finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. Essa consiste in accertamenti preventivi, intesi a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati, ed accertamenti periodici, finalizzati a controllare il loro stato di salute e confermare il giudizio di idoneità alla mansione specifica.

Fine ultimo della Sorveglianza Sanitaria è l’espressione del giudizio di idoneità alla mansione specifica. Quest’ultima, intesa come capacità psicofisica comunemente indispensabile per svolgere una determinata mansione, va valutata di volta in volta con riferimento non solo alle caratteristiche cliniche dell’eventuale patologia presentata dal lavoratore, ma anche all’ambiente di lavoro ed alle attività che vengono in concreto svolte. Ne deriva come una stessa condizione morbosa può comportare, a seconda delle specifiche mansioni contrattuali, un giudizio di:

1.      idoneità

2.      idoneità parziale temporanea o permanente con prescrizione o limitazione

3.      inidoneità temporanea o permanente.

La gestione del lavoratore affetto da epilessia rientra a pieno titolo tra le “idoneità difficili” per il Medico del Lavoro/Competente.

La gestione del lavoratore epilettico rappresenta, sicuramente, per il Medico Competente un notevole impegno per lo sfaccettato quadro che tale situazione clinica presenta. Ad esempio, è nota in letteratura anche l’associazione della forma mioclonica con l’esposizione a solventi, situazione che interessa direttamente la Sorveglianza Sanitaria.

Nell’ambito dei rischi lavorativi normati particolare importanza nelle gestione del lavoratore epilettico riveste il lavoro a turni e/o notturno. In generale, dovrebbero essere esentati dal lavoro a turno e/o notturno per le persone che presentano patologie o situazioni di rischio, che potrebbero essere connesse o aggravate dal lavoro a turni tra cui epilessia in trattamento farmacologico, essendo le crisi favorite da un deficit di sonno, mentre l'efficacia del trattamento può essere ostacolata da una deprivazione di sonno. Inoltre, va tenuto in considerazione che il lavoro a turni è in grado non solo di peggiorare i sintomi di alcuni disordini per i quali i turnisti potrebbero soffrire anche indipendentemente dalle loro condizioni di lavoro (ad es. sonno, digestione, nervosismo), ma anche di ostacolare l'efficacia del loro controllo farmacologico, in particolare quando ciò richieda un preciso tempo di somministrazione e/o regime stabile di vita, come nel caso di diabete, dell'ipertensione, dell'asma, dei disordini ormonali, dell'epilessia e della depressione.

È importante che la ricerca in tali ambiti riceva il giusto sostegno e che tutti i medici abbiano conoscenza delle dimensioni del fenomeno e degli aspetti che possono essere riscontrati durante la quotidiana attività professionale.

 

Bibliografia

 

  1. Harden CL, Kossoy A, Vera S, Nikolov B. Reaction to Epilepsy in the Workplace. Epilepsia, 45(9):1134–1140, 2004

 

  1. Sanz P, Nogué S, Vilchez D, Salvadó E, Casal A, Logroscino G. Myoclonic Encephalopathy after Exposure to Trichloroethylene. Industrial Health 2008, 46, 635–637

 

  1. Garbarino S. Lavoro notturno. Impatto sulla salute e sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro. G Ital Med Lav Erg 2006; 28(1): 89-105.

 


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